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Abroad: rock dal mondo

Le favole cattive degli Zero Lab Station. Esce "Il mondo di sotto".

Sarà presentato givoedì 3 marzo con un concerto al Duel Beat il nuovo album della band campana, tra il crossover dei Rage, l'hardcore dei Soulfy e l'impegno di cantautori italiani come De Andrè e Gaber.

“Il mondo di sotto”. Come una favola, ma senza lieto fine (per ora). Gli Zero Lab Station, band hardcore vesuviana, pubblicano il loro terzo lavoro, dopo gli autoprodotti “Demos cratia” e "La commedia della precarietà”.

Nati come associazione culturale nei primi anni degli “anni zero”, Antonio Gallo, Davide D'Angelo, Gianluca Panaccione e Lino Barbiero, hanno continuato il loro progetto, “trasformandolo” in una band che di potenza sonora ne ha da vendere. Un mix di rap, metal e tematiche impegnate, in cui è presente, nelle liriche, l'influenza di De Andrè e Gaber. La precarietà, l'antisessismo, il razzismo, le rivolte sociali. Certo la loro musica non cambierà il mondo ma, fanno sapere “può sensibilizzare le persone”.

Tornando all'album, 10 canzoni “testimonianze di una vita materiale”, così come il titolo “Il mondo di sotto”, che allude ad una fiaba popolare toscana ma riporta a ben altra realtà. Il mondo di sotto è quello che succede nel livello più basso della società, argomento attualissimo, ed è “ quello che subisce le turbolenze generate ai livelli superiori. Ma anche quello dove vengono messe in atto pratiche di resistenza alle turbolenze stesse”. La forma canzone non si presenta nel classico strofa-ritornello-strofa: va letta seguendo diverse chiavi d'ascolto, come il rap crudo, le chitarre potenti, l'allegoria. Come nella traccia d'apertura “L'Italia è una repubblica”, in cui ci si chiede se veramente questa carta costituzionale ha ancora un valore. “Santo Subito”- come dichiara la band- è invece la storia di questo passaggio, la fine della lotta di classe o del lavoro stesso. “Ci assolviamo tutti. Siamo tutti santi. Eppure c'è sempre chi è più santo degli altri. Chi è santo subito”. Tematica lavorativa che ricorre in “Good Job”, dove, in assenza di un futuro non precario “continuiamo a giocare ai gratta e vinci. Sperando di continuare a consumare più di quel che, in realtà, produciamo”. “

"Otto del mattino” è invece una sorta di confronto tra il netto aumento del caporalato, delle decine di migliaia di migranti che lavorano soprattutto al Sud, e il ritorno pericoloso ad un razzismo sempre più sloganizzato. Si cita Pasolini in “Io so”, rielaborazione di una sua rima degli Scritti Corsari, un omaggio nel quale si celebra la grande forza evocativa della letteratura, ed in questo caso della musica. Un pensiero poi al territorio in “La città normale”, che “non è l'autenticità da cartolina del golfo di Napoli con il Vesuvio sul sfondo. E neanche quella della prepotenza, della violenza di strada. Penso alla Napoli che si oppone, dal basso. Che dice no a tutto questo”. “Il mondo di sotto” è stato pubblicato a fine gennaio dalla Tomato/CNI Music, dopo essere stato registrato al Morphing studio di Cristiano Santini a Bologna. Sono sotto contratto con l'Alkemist Fanatix Europe da aprile 2009. L'album sarà presentato il prossimo 3 marzo con un concerto al Duel Beat.

Luigi Ferraro (articolo pubblicato su L'Ora Vesuviana di febbraio 2011)

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