Un tuareg blues a Napoli: arriva Bombino


Dopo averlo visto lo scorso settembre a San Giorgio a Cremano sarà un piacere farsi ri-ammaliare dal suo blues del deserto. Ritorna in Campania Bombino, il prossimo 2 luglio al Soundgarden di Napoli.

A pochi passi dalla Mostra D'Oltremare l'artista tuareg presenterà il suo nuovo lavoro "Azel", uscito lo scorso 1 aprile.

Reduce dallo straordinario successo mondiale del precedente album “Nomad” e del relativo tour il cantante e chitarrista del Niger ritorna con 10 nuovi brani (più 3 bonus tracks) che segnano un’ulteriore evoluzione musicale e stilistica. Un feeling particolare quello con l’Italia, tanto da conquistare anche Jovanotti che affascinato dalla sua musica e dalla sua storia lo ha chiamato a collaborare nella canzone “Si alza il vento” contenuta nel recente album “Lorenzo 2015 cc”.

 Registrato lo scorso autunno a Woodstock – cosa non priva di significato per un artista che considera Jimi Hendrix e Carlos Santana due delle sue maggiori fonti di ispirazione – nello Applehead Studio per la Partisan Records, sotto la guida di Dave Longstreth dei Dirty Projectors (che prende il posto di Dan Auerbach dei Black Keys, produttore/mentore di “Nomad”) e mixato da David Wrench (per quattro volte vincitore del premio "produttore dell'anno" della BBC e già al lavoro con FKA Twigs, Caribou, Jungle, Charlie XX), “Azel” è anticipato dal singolo “Inar”. Il tocco “occidentale” di Longstreth e la voce di "Mahassa" Walet Amoumene, cantante del gruppo Tuareg tutto al femminile Tartit e ospite del disco, danno nuova profondità alla musica di Bombino e la avvolgono di calore e colore, perfetto contraltare alla sua anima inquieta e ai suoi testi malinconici.

 Stella del desert blues, Bombino è nato e cresciuto in Niger, ad Agadez, nel nord dell’Africa, nella tribù dei Tuareg Ifoghas, che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo. Nella sua lingua nativa, il Tamasheq, la parola Azel ha diversi significati: oltre ad essere il nome di un piccolo villaggio del Niger cui Bombino è particolarmente legato, significa soprattutto radici e, al tempo stesso, rami di un albero. Ancoraggio alla Storia e sviluppo verso nuove direzioni future. Bombino suona in modo solare e colorato, sì, ma canta la sua nostalgia del deserto e la preoccupazione per un’identità minacciata che, tuttavia, per non estinguersi, deve comunque fare i conti con il mondo contemporaneo.

I biglietti costano 10 euro esclusi i diritti di prevendita.

fonte c.stampa