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Pumma Rock parte I: la recensione della due giorni con Giorgio Canali e Teatro degli Orrori

Al Pumma Rock, il 28 e 29 luglio, due giorni di grande musica con Teatro degli Orrori, Giorgio Canali e i Rossofuoco, No Braino e RFC. Leggi il live report di Salvatore Sannino.

Due giorni di musica libera, due giorni di libertà in musica: è così che si è presentato agli occhi dell'addormentata provincia napoletana il Pummarock Fest. Alla sua prima edizione, ha registrato un grandissimo successo di pubblico, complice, senza dubbio, l'indiscussa qualità del cast.
Si inizia il primo giorno con gli eclettici e divertenti No Braino che, un po' per la loro presenza televisiva e un po' per la loro effettiva spiccata capacità di coinvolgere, riescono a intrattenere il pubblico egregiamente trasportandolo in mondi onirici, dove sul palco compaiono ombrelli e si gira in bicicletta tra gli strumenti. Spazi aperti per una creatività mai banale, sempre in bilico tra teatro e musica.
Ma è dopo un'ora di vero spettacolo che la storia del rock italiano si appropria del palco. Giorgio Canali e i suoi Rossofuoco sono davvero in forma e già dalle prime note si intuisce che stiamo per assistere a un grande concerto rock, dove l'intensità e la poesia la fanno da padrone. Un rock di pancia, genuino, mai costruito è quello a cui Giorgio ci ha da sempre abituato, impreziosito dalla presenza del violino elettrico e irrobustito da una terza chitarra. I pezzi scorrono via uno dopo l'altro, sono soprattutto quelli tratti dall'ultimo "Nostra Signora della Dinamite", ma non mancano brani come "Se viene il lupo", "Precipito" e l'immancabile "Mostri sotto il letto". C'è spazio per un bis in cui il pubblico si scatenerà sulle ultime note di "1, 2, 1000 Vietnam" all'urlo di "Hasta siempre comandante!".
E' ormai il secondo giorno, e dopo i gruppi emergenti, alle ore 22 è tempo per gli RFC di far ballare a ritmo del loro intramontabile ska. Esibizione frizzante e mai sottotono.
Ottima introduzione all'esplosione di rabbia che porta sul palco l'attesissimo Teatro degli Orrori. Qualche problema tecnico (l'audio è sempre complicato da gestire quando suona il teatro, sigh!) e tanta energia. Capovilla in bilico tra la sua teatralità e il suo appeal da frontman rock, si lancia tra la folla facendo stage diving e dimostra ancora una volta di avere un gran carisma. Un'ora e trenta tiratissima dove gli unici episodi calmi risulteranno essere la superba "Canzone di Tom" e l'interessante esperimento di "Majakovskij".
Nel bis infuocato Capovilla e i suoi infilano uno dietro l'altro i primi quattro brani di "Dell'impero delle Tenebre": è delirio assoluto. Il concerto si chiude con la sublime e sempre d'effetto "Die Zeit". Che dire? Due giorni meravigliosi che hanno dato la possibilità a nuove band di farsi conoscere e alla provincia napoletana di venire in contatto diretto con due delle più interessanti realtà rock che abbiamo oggi in Italia.
Li abbiamo incontrati per voi e rivolto loro qualche domanda. Puoi leggere qui l'intervista a Giorgio Canali e qui quella al Teatro degli Orrori.

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