K& D Sessions, la manipolazione sonora di Kruder & Dorfmeister

Live report del djset del duo austriaco al Leuciana Festival, venerdì 9 luglio. Di Franco Cappuccio.

La prima del Leuciana Festival è coincisa con un’anteprima italiana di grande valore: il concerto del duo austriaco Peter Kruder & Richard Dorfmeister, probabilmente il binomio più conosciuto nel mondo della dub e della down tempo, vuoi per i suoi remix più spiccatamente “ruffiani” di alcune famose canzoni pop come “Nothing Else Matters” di Madonna o “Useless” dei Depeche Mode, vuoi per alcuni loro lavori celebri come “High Noon” o “Original Bedroom Rockers”.

Fatto sta che alla serata-evento, ospitata come tutto il festival nello splendido cortile d’onore del palazzo costruito da re Carlo di Borbone per insegnare ai giovani del regno l’arte della tessitura, nonché come casino da caccia e borgo governato da leggi avanzatissime per l’epoca, l’affluenza del pubblico è tanta e l’attesa dello spettacolo è fervente. Ancor di più se si pensa al fatto che lo show nasce per festeggiare il duraturo sodalizio del duo austriaco, arrivato quest’anno a compiere 16 candeline, nonostante i progetti paralleli intrapresi dai due artisti singolarmente o in altre formazioni (da citare almeno Tosca, duo composto da Peter Huber e Richard Dorfmeister, o la Peace Orchestra, progetto solista del solo Kruder, fino ad arrivare ai Voom:Voom, formazione composta dal succitato Kruder, da Roland Appel dei Truby Trio e dal batterista jazz Christian Prommer).

Per l’occasione della ricorrenza, Kruder & Dorfmeister hanno previsto la presenza di due MC’s, Earl Zinger e Ras MC T-Weed, oltre che un esperto in effetti visivi, il tedesco Fritz Fitzke. Ed è proprio il comparto grafico ad impressionare notevolmente, che tramite un gioco di luci e la presenza di innumerevoli schermi al plasma dietro ai due artisti, ha reso piacevole e davvero interessante lo show, senza mai scadere nel banale ritmando piacevolmente la musica agli effetti di luce, ai colori e agli effetti visivi del video, senza trascurare alcune citazioni (batteristi jazz, astronauti, e altro ancora).

Ottimo anche il lavoro dell’inglese Rob Gallagher, in arte Earl Zinger, molto bravo a saper coinvolgere il pubblico con la sua voce e il suo modo di reinterpretare i brani proposti da Kruder & Dorfmeister, giocando molto con il rapporto che lega la musica con la sonorità della voce; un po’ sottotono invece Ras MC T-Weed, che ha sofferto un po’ la presenza del suo collega sul palco, relegandosi ad un ruolo di comprimario, di lusso certo, ma di comprimario, che non ha permesso di poter apprezzare a pieno le capacità del vocalist. Ma su tutto regna incontrastata la musica, sapientemente selezionata e miscelata dal duo austriaco: dai ritmi “ballabili”, in cui il pubblico si è scatenato, a sonorità più strettamente down tempo, collegate alla musica ambient, che davano l’impressione di creare una “colonna sonora” che dispiegasse la serata.

E una chicca finale: un loro remix di “Seven Nation Army”, suonata (per ovvi motivi!) appositamente per il pubblico italiano, che però, almeno dal punto di vista calcistico, ha ben poco da sorridere.

si ringrazia U.Stampa De Lucia Leveque