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Abroad: rock dal mondo

Tutti in piedi (sui tavoli) per Cristina Donà

Report del concerto del 16 dicembre di Cristina Donà al Modo di Salerno. Opening acts di Max Petrolio e Denise

Di posti seri dove fare musica dal vivo in Campania ce ne sono davvero troppo pochi (purtroppo), e allora la riconversione degli ambienti, l’originalità degli organizzatori e l’incontenibile, quanto sacrosanta esigenza di organizzare concerti, fa sì che anche un ristorante possa trasformarsi in una sala per eventi live. Il Modo è gremito, tutti i tavoli e le poltrone sono occupate (e questa è una buona notizia, in tempi di guerra), c’è poco spazio per stare in piedi e bisogna cercarsi un posticino tra un tavolo e l’altro.

Ma veniamo alla musica, perchè in fondo di quella ci piace parlare. Si apre stasera a Salerno una nuova tranche del tour di Cristina, chiamata “Inverno”, in cui la nostra decide di non esercitare solo l’antica arte della promozione del nuovo album, ma di frugare nel suo più che decennale passato artistico, alla ricerca e alla ripresa di brani che da tempo non venivano più eseguiti dal vivo. E’ così che sul palco troviamo una formazione decisamente rock, con basso, batteria e un Saverio Lanza (produttore del nuovo lavoro “Torno a casa a piedi”)  a districarsi tra chitarre e tastiere.

L’inizio è un blues on the road che introduce “Tregua”, celebre brano dedicato al suicidio di Kurt Cobain e contenuto nel suo esordio discografico. Saranno proprio i brani del primo album ad aprire il live, con “Stelle buone” e “L’aridità dell’aria” a seguire. Chi ama la Donà vecchia maniera come me, non può che gioire, all’esecuzione quasi consecutiva di “Nido” e “Goccia”. La voce di Cristina sa sempre emozionare, è pluriforme, passa dai falsetti alla Matia Bazar, ai sussurri e alle urla. E’ una voce che sa interpretare e che, probabilmente, non ha eguali oggi in Italia, messi da parte i canoni del bel canto, sa essere narrativa ed espressiva allo stesso tempo. La platea ascolta con attenzione e non manca di urlare un “Brava” alla fine di ogni brano. La parte centrale del set da’ spazio alle sonorità più pop degli ultimi dischi, da “Dove sei tu” recupera “The Truman Show (Lui riprende dall'alto)” e l’incantevole “Nel mio giardino”, mentre i brani del nuovo album la fanno ancora da padrone, da “Un esercito di alberi” a la titletrack “Torno a casa a piedi”, passando per la divertente “Giapponese” e il singolo “Miracoli”. Cristina gioca con la musica, come una bambina, si diverte ad interpretare ogni singola nota con la sua trascinante allegria, a introdurre i suoi brani con piccole chiacchierate col pubblico, l’atmosfera si fa confidenziale ed è un vero piacere. Le sue canzoni spesso si prolungano con citazioni di classici della musica rock, come nel bis, in cui la versione voce e piano da pelle d’oca di “Universo” si trasforma in una semplice e indovinata “Across the Universe” dei Beatles. A chiudere la serata “Ho sempre me” e l’esplosione ritmica di “Triathlon” che farà finalmente alzare da tavola i presenti.

Che dire? Cristina Donà non ha deluso per nulla, anzi, si conferma sempre di più una delle più interessanti sperimentatrici del panorama italiano. Speriamo di rivederla presto nella nostra regione, magari a Napoli, dove il Teatro Sannazaro l’ha ospitata qualche anno fa con grandissimo successo. Sarebbe decisamente gradito un bis.

report di Salvatore Sannino

Si ringrazia Satori Comunicazioni.

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