La vita non ci basta. Live report dei Lombroso a Fabbricaria

Live report del concerto dei Lombroso, sul palco di FAbbricaria (Aversa) lo scorso 19 febbraio.

testo di Domenico Vastante, foto di Lucio Carbonelli

Lombroso al Fabbricaria? Mi fiondo di corsa in terra repubblicana. Il duo milanese scende spesso nella Campania Felix, ma mai in terra casertana. Questa è l’ occasione buona per ascoltare un sano rock.

Credo di arrivare in ritardo a mezzanotte ed un quarto ed invece, proprio quando varco l’ ingresso, inizio a sentir strimpellare il primo pezzo. Che culo! Stranamente dal solito il locale di via Seggio 148 non è pieno fino all’ inverosimile come accaduto in tutti concerti ammirati lì. Come direbbe qualche saggio del posto :”Pochi ma buoni!”. La gente ha fatto un grande errore. I Lombroso meritano e ascoltarli dal vivo aumenta il mio grado di stima verso di loro.

Il vocalist, nonché chitarrista, Dario Ciffo si agita in tutto il suo splendore. E non aspettavo altro da colui che ha scelto una strada diversa rispetto al resto dei componenti dei suoi Afterhours nel 2007, quando è avvenuto il passaggio alla major Universal. Coincidenza vuole che Dario sia stato compagno di viaggio di Manuel Agnelli&co dal primo album prodotto dalla Mescal (etichetta che li ha resi celebri) nel 1997 fino all’ ultimo nel 2005. L’ esperienza con la nota band milanese si nota. Quasi dieci anni a suonare il divin violino e la audace chitarra non si dimenticano. Il suo sound miscelato con l’ effetto scenico impressionante del furioso batterista Agostino Nascimbeni fa dei Lombroso una evidente band da palcoscenico.

Leggenda vuole che il tale Morgan abbia accompagnato il duo nei primi periodi: in questo caso non so se c’è od è nascosto come suo solito, ma passiamo avanti. Proprio quando sto pensando alla sua assenza, calza a pennello il primo pezzo “Sei qui”. Parole come “sei qui ma non ci sei, sei qui e pensi ad altro, sei completamente in un’altra realtà” mi fanno indagare. Traggo deduzioni che allora il Morgan c’è ma è invisibile. Annullato ogni dubbio il duo continua il proprio excursus storico dai primi due album, l’ omonimo “Lombroso del 2004 e “Credi di conoscermi” del 2007 , con “Il miglior tempo”, “Cosa stai dicendo”, “Coinvolto completamente”.

I motori si iniziano a scaldare e lo scatenato drummer non lascia nulla al caso. L’ esibizione è da paura con continui movimenti che attirano l’ attenzione di tutti. Dario fa intravedere tutta la sua bravura e il pubblico fa intendere che lo spettacolo garba  e non poco. All’ improvviso arriva quella ventata di fresco portata dal primo dei due pezzi del live estratto dall’ ultimo album “La vita non mi basta”. Viene scelto “Il tempo non è sempre magnifico”, ma il ritorno al passato è immediato. Si chiude con “Tra 5 minuti” ed “Hai ragione tu”. Agostino&Dario si dimenano senza fermarsi un attimo, fino a che lasciano il palco e si trasferiscono nel camerino.

Il live non è finito ma la band non ritorna fino a quando non sente le urla da fuori. Dopo qualche attimo di vuoto assoluto, con un bel bicchiere di birra il drummer prende il microfono accompagnato da Dario alla chitarra ed inizia a cantare un motivetto già conosciuto. Ah sì! Si tratta di “Amore caro amore bello” di Bruno Lauzi. L’ interpretazione di Agostino è più figa. Non contento di suonare la batteria con le bacchette, ci sale sopra e anima piatti e tamburo con piedi e mani. Il pubblico è deliziato ma il concerto arriva alla fine con i cavalli di battaglia storici “Io credo” e “Credi di conoscermi”.

Questo sì che è rock! Mi chiedo se il concerto è già finito e ne devo prendere coscienza. Anche questa volta i repubblicani del Fabbricaria ci hanno visto giusto!