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Abroad: rock dal mondo

Ci mancava solo Maurizi Merli. Il report dei Calibro 35 al Duel

di Salvatore Sannino

Li aspettavamo dal 18 Dicembre, ma forse anche da prima. Data rinviata a causa del maltempo che, come spesso accade, blocca le autostrade. Poco male.
Si recupera in Sala Tre il live di una della band più interessanti presenti in Italia: i Calibro 35. Quattro musicisti provenienti da background ed esperienze diverse, ma tutti con alle spalle un percorso di live e sudore: Massimo Martellotta alle chitarre e alle lapsteel, Enrico Gabrielli alle tastiere e ai fiati, Fabio Rondanini alla batteria e Luca Cavina al basso elettrico. Si riuniscono insieme per suonare ciò che in Italia abbiamo sempre saputo fare al meglio: le colonne sonore.  Sul palco solo strumenti vintage e pochi effetti. Per ricreare l’atmosfera dei polizieschi anni settanta basta il talento.

La musica dei Calibro 35 provoca dipendenza, ci vuole davvero poco ad abituare l’orecchio a quel suono caldo, vissuto e avvolgente, a farsi conquistare dalle chitarre gonfiate di wah e fuzz, dagli organi distorti, dalla miscela di funky, jazz e prog-rock che se ne tira fuori. E’ complicato stabilire il migliore in campo, la band è omogenea, l’esecuzione dei brani ineccepibile. E mentre la musica scorre, sembra di essere catapultati in qualche scena action da b-movie all’italiana: inseguimenti con le auto, sparatorie più o meno credibili, poliziotti contro malavitosi: la suspence americana farcita con l’ironia d’er Monnezza!

Uno dopo l’altro snocciolano via i brani del loro tre dischi: da “Italia a mano armata” a “Eurocrime!” passando per “Notte in Bovisa” e “L’uomo dagli occhi di ghiaccio”, brano tratto da “Il paese è reale”. Una cosa è certa: nessuno degli spettatori presenti in sala riesce a tenere la testa ferma, il movimento è praticamente un riflesso incondizionato, si rimane come ipnotizzati dai bassi, dai grooves funky, dalle rovesciate di batteria. Dietro le tastiere c’è un Gabrielli in piena forma, con tanto di occhiali da sole scuri, scherza con i presenti nei rari momenti di tregua, introducendo le canzoni e le rare parti “cantate” come in “Convergere in Giambellino”. I quattro si sciolgono, indossano il passamontagna per eseguire “Salvo complicazioni” che rappresenta uno dei punti più alti del live insieme alle trascinanti “Summertime killer” e “Gangster killer”.

Non ci si annoia, si rimane conquistati. Musica da esportazione, ben fatta, l’ennesimo successo per Freakout e i live in Sala Tre.
Un’ora e un quarto di musica a mano armata…tra polizia e malavita. Imperdibile!

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