La fotografia dell'elettronica campana. Campania = Elektronenklang

recensione di Giuseppe Piscino

E’ vero, non possiamo mica negare l’evidenza: il nostro sito si chiama Campania Rock ed allora perché recensire un disco di musica elettronica?

Premesso che le categorie possono lasciare il tempo che trovano, giro una domanda a chi mi legge. Secondo voi son più etichettabili come star del rock i Chemical brothers o i Muse, Fatboy Slim o gli Arcade fire? Insomma, non è che schitarrando a più non posso e pestando la grancassa si è rock!

E così, visto che di preclusioni non ne abbiamo e chi vi scrive ascolta di tutto, dai Boredoms a Gigione, passando per Edith Piaf, son qui a recensire un interessante progetto nato nella nostra terra.

Campania elektronenklang, è il nome dell’album con una copertina molto bella, fotografa lo stato delle cose, in termini di musica elettronica in questa regione.

Freakhouse records è l’etichetta che pubblica artisti alle prese con bit metallici e non. Diciassette nomi per un lungo viaggio a tratti elegante, a tratti etereo, mai scontato.

Evvabene, siamo di bocca buona, ci siamo persi nel mondo Warp, una quindicina di anni fa, abbiamo guidato di notte per strade colme di immondizia al suono dei Boards of Canada e con i Nightmares on wax abbiam festeggiato centinaia di volte, lasciandoci trasportare dagli Squarepusher, ma da queste parti, possiamo dire la nostra, senza clamore e senza sfigurare.

Inizia l’ascolto con una cinquina ad alto livello. Peak, When the clouds, Fucksia, Retina.it e Melke si fanno ascoltare e non stancano, assolutamente. Ad un secondo, terzo ascolto resta il desiderio e la curiosità di riascoltare questo ottimo incipit.

Certo, non siamo a Londra o in qualche festa sotto la metropolitana di Berlino, però è davvero un bel sentire e non voglio, volutamente, azzardare paragoni con le star straniere, ma di sicuro, questo lavoro non sfigura (repetita iuvant) con tanta robaccia spacciata per purezza. E se la traccia di Mauss ricalca atmosfere sognanti, i momenti offerti da Katap, New York New York e Low-Fi si discostano da ciò che si è ascoltato fino ad ora. Spazio ad un po’ di house ed un suono più rock per poi ritornare a Bist con le sue musiche notturne, sottofondi sonori che non dispiacciono, arrivando ad un pezzo forse un po’ stantio come quello dei Jambassa, ma va bene così. Il dub è bello, piace, ma va preso a piccole dosi ed in questo contesto non stona. Arriva il momento anche per Bassik, PARA ed Emanuele Errante che mantengono alto il livello della raccolta. Gli ultimi tre brani sono opera di Plastic Penguin, interessanti ed ipnotici, Muhe con nette influenze teutoniche e dulcis in fundo Le Mal d’Archive, con un pezzo del 2009, degna chiusura di un bel progetto.

Da rimarcare che l’album è disponibile in free download qui: