Altro che Courtney Love e Kate Perry. Ardesia è musica femminista

Recensione dell'album "Incandescente" (uscito il 17 ottobre per la Graf, distrib. Audioglobe) degli Ardesia, ensemble di Stefania Tarantino (voci e testi), Maria Letizia Pelosi (chitarra) e Ciro Riccardi (trombettista degli Slivovitz).

di Giuseppe Piscino

La ricerca filosofica applicata alla musica, ma soprattutto alla volontà di comunicare il senso esistenziale e politico della differenza femminile. Dal loro press-kit, gli Ardesia, gruppo napoletano alle prese con la musica d’autore e con il jazz, ci fanno sapere che i loro orizzonti spaziano oltre il confine delle sette note. Ardesia è materia stratificata che riesce a mettere in risalto le infinite variazioni della luce.

E va bene, lo sappiamo che si tende sempre a parlare bene di se stessi, è che spesso si calca la mano. Sappiamo anche che fare musica, nei giorni nostri è sempre più facile e sempre più difficoltoso risulta emergere, tra network radiofonici che passano il peggio della produzione mondiale e dischi che non si vendono più.

Così, il trio, composto da Stefania Tarantino, autrice e vocalist, Maria Letizia Pelosi, coautrice e chitarrista e Ciro Riccardi al basso ed alla tromba, nato quasi tre anni fa, arriva al suo primo album dal titolo “Incandescente” (Graf Music e l’importante label Audioglobe a distribuire, un bel colpo), titolo che s’ispira al libro di Virginia Woolf Le tre ghinee.

Dopo centinaia di concerti con altri progetti, in giro tra Itale ed l’Europa (la Tarantino ha vissuto in Svizzera, la totale antitesi napoletana), i tre componenti del gruppo si son chiusi in studio con le idee chiare e con l’utopia della Woolf come caposaldo.

Ed è bene specificare la loro musa, altrimenti il titolo potrebbe trarre in inganno, attendendosi materiale esplosivo, come i colpi di batteria di Topper Headon o urla di zeppeliniana memoria.

Invece ci ritroviamo tra atmosfere soffici, musica elegante, con continui richiami alla letteratura proto femminista. E già, perché i nostri ci tengono a mettere in evidenza la figura femminile, al di fuori di ogni facile cliché. Il loro lavoro, uscito da pochi giorni è composto da dieci tracce, alcune in inglese, come l’interessante “The grass so little”.

Coadiuvati dalle percussioni di Antonio Talamo, in evidenza nelle prime due canzoni dell’album, Un buon incipit con “Respira” e “Le ombre” ed è da sottolineare come le canzoni scorrano piacevolmente, senza, però, avere quello scatto necessario per rapire totalmente l’ascoltatore, oramai assuefatto alle immondizie musicali generalizzate.

Dieci canzoni su una linea retta o quasi, dalla evitabile “Nu segreto” al momento migliore del disco, “Secret love”, con la chitarra elettrica di Giuseppe Fontanella, che rimanda a canzoni alla Ani di Franco, cantante “impegnata”, anche lei molto attenta alle questioni sociali, legate al variegato mondo femminile.

 

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