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Abroad: rock dal mondo

Mammalitaliani. Intervista agli Après La Classe

 

La band salentina sarà in concerto in Campania per ben due date: il prossimo 21 maggio all'Arenile Reload per la rassegna "Drop Music Juice (anticipata da Morgan lo scorso 7 maggio) ed il giorno prima nel piazzale del Palazzetto dello Sport di Sala Consilina. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Cesko, voce e chitarra del gruppo.

di Giovanni Porta

Ciao Cesko. Parliamo subito del vostro ultimo album. “Mammalitaliani”, il singolo che da il titolo al disco, traccia un’immagine poco edificante dell’italiano medio e dell’italianità in genere. Ma gli italiani sono davvero così?
In realtà nella canzone ci riferiamo più all’immagine che di noi italiani hanno all’estero, anche nel nostro continente. Da punto nevralgico della cultura e della storia del mondo - un patrimonio che conserviamo nel nostro DNA - siamo passati ad essere gli zimbelli dei paesi che ci circondano, soprattutto in questo particolare momento storico.


Nell’ascolto del vostro ultimo lavoro, si assapora un sound più maturo. Tracciando un excursus dal vostro primo album “Après la Classe” del 2002 a “Mammalitaliani” del 2010, cos’è cambiato nella vostra musica?
Sicuramente nella nostra storia, il percorso da disco a disco è sempre stato concepito step by step: dal primo album, che era totalmente ispirato all’idea “sole, mare e vento”, al secondo in cui proponevamo un sound già più duro, al terzo, “Luna Park”, in cui ci siamo riscoperti in una dimensione acustica, fino ad arrivare all’ultimo, in cui stiamo vivendo la nostra musica in una contaminazione anche con l’elettronica. Il prossimo sarà ancora differente, proprio perché il nostro progetto è nato con l’idea di essere costantemente in evoluzione. Après la classe in francese vuol dire “doposcuola” e noi utilizziamo quest’espressione proprio per superare la “classe” ideale che ognuno di noi ha al suo interno, per andare sempre oltre, in una continua ricerca musicale, senza ghettizzarci mai in un unico sound.


Nella vostra musica le contaminazioni passano anche attraverso i testi, cantati in italiano, salentino e francese. Come ma questa scelta?
È venuto tutto in maniera molto naturale. Il salentino è la nostra prima lingua, ovviamente, mentre per quanto riguarda il francese, sono di origini franco-salentine (padre salentino e madre parigina), cosa che rende i nostri testi decisamente ibridi.


Parlando invece della vostra terra, in Puglia, negli ultimi anni, ci è parso di registrare un’attenzione maggiore alla musica, specialmente quella dal vivo, un esempio su tutti il prossimo Italia Wave Love Festival che si terrà a Luglio a Lecce. Come mai? A vostro avviso può essere dipeso anche da un certo tipo di gestione delle politiche culturali al livello regionale?
Beh, diciamo che una mano lava l’altra! Negli ultimi dieci anni la Puglia è stata identificata come la Jamaica del Sud-Italia, soprattutto per il progetto portato avanti dai Sud Sound System. Ultimamente però la scena musicale pugliese si è andata contaminando in maniera ricca e differente, grazie al contributo di tanti nuovi artisti. Pensa che fino a dieci anni fa, durante appuntamenti con discografici a Milano, quando dicevamo di essere del Salento ci sentivamo rispondere: “come?!”, in un momento in cui la Puglia era diventata terra di sbarchi di esuli, fuggiti dopo la crisi politica in Albania. Sicuramente sono state prese scelte socio-politiche volte a valorizzare il territorio. Inoltre, quando vedi altri emergere intorno, è come creare una sorta di reazione a catena. C’è anche da dire che in Puglia gli artisti si aiutano molto l’un con l’altro: sia noi che Caparezza abbiamo collaborato diverse volte con altri gruppi emergenti, con partecipazioni all’interno dei loro album o invitandoli ad aprire i nostri concerti. E questo è sicuramente un elemento trascinante che ci fortifica.


Pensate che avere il marchio del Sud e del Salento sia solo una risorsa oppure credete possa essere anche un fardello per confrontarsi sulla scena internazionale ,senza essere giudicati in maniera pregiudizievole come “il gruppo del Salento”?
Decisamente no. L’anno scorso siamo stati in tour tra New York e Los Angeles come gruppo d’apertura dei Negrita e di Elisa, mentre quest’anno ci torneremo come headliner insieme a Caparezza; a Luglio saremo invece in Svizzera, al Montreaux Jazz Festival. Non è importante da quale luogo tu provenga, ma quello che riesci a trasmettere.

Una delle tematiche più attuali nella musica oggi è l’utilizzo della rete. Come vi ponete rispetto alla diffusione della musica in Internet? scaricarla, ascoltarla in streaming… È una risorsa o una spina nel fianco per musicisti e case discografiche?
In realtà sono contento che rappresenti una spina nel fianco per le case discografiche! Poi ci sono altri problemi a monte. In Italia poi la situazione è particolarmente arretrata: pensa che in Francia, per legge, le radio devono mandare almeno il 50% di musica francese, cosa che invita a investire talenti emergenti sul territorio; altro esempio: i CD in Italia vengono ancora venduti con il 20% di IVA, al contrario di altri Paesi, dove viene imposto solo il 4%.


Quest’estate avete in cantiere l’uscita di un altro singolo, accompagnato da un secondo videoclip. Di quale canzone si tratta?Possiamo avere qualche indiscrezione?
La canzone che abbiamo scelto è Caravan. L’abbiamo scritta nell’estate del 2009, e più di tutte esprime le nostri notti in giro per il Salento, tra un dj-set e una suonata sotto un chioschetto! il video uscirà a breve. Avrà un’aria pseudo-anni ‘80, in un mood abbastanza dark in contrapposizione a quello che invece è il pezzo.


In ultimo, cosa ci dobbiamo aspettare dai vostri prossimi live campani?
Chi già ci conosce dal vivo sa cosa aspettarsi. Per chi ancora non ci conosce consigliamo una maglietta di ricambio e tanta energia!


Giovanni Porta

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