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Abroad: rock dal mondo

La nostalgia bohemien dei Guappecartò

Si crede sia impossibile che l’eleganza possa conciliare con la “vita di strada”, ma nella musica non c’è assunto valido, non c’è regola assoluta che tenga. E nel quintetto strumentale dei Guappecarto’ la spontaneità pura di artisti un po’ bohemien si mescola armoniosamente ad una musica strumentale colta, dalle reminescenze antiche, senza tempo, universale, magica. Una musica dal mondo e del mondo, che non appartiene a nessun luogo in particolare, ma che viaggia, con le note e attraverso le note, tra la gente, nelle piazze, con entusiasmo e forza, lasciando dietro di sé una vena nostalgica.

I “guappi di cartone” sono cinque italiani che hanno lasciato l’Italia probabilmente per portarla in giro come fosse una foto in bianco e nero da tenere in valigia, per ricordarne i pezzi più belli, per non perderli. Ogni tanto vi ritornano, com’è successo a Luglio, nel loro breve tour tra la Campania , la Toscana e l’Umbria. Una “toccata e fuga” prima di riprendere il giro dell’Europa, tra la Germania e la Svizzera fino in Francia, dove vivono di musica.

I suoni di fisarmonica (Dr. Zingarone), chitarra (Frank Cosentini), violino (O’ Malament), contrabbasso (Pierre la Braguette) e percussioni (O’ Professore), si mixano ancora una volta alla perfezione nel loro ultimo lavoro, l’omonimo “Guappecarto’”, che dopo solo due anni dal disco d’esordio “L’amour c’est pas grave” incanta gli animi e fa sognare strizzando l’occhio ad una tradizione melodica tipicamente italiana, tra sonorità zingare e balcaniche, passionali giri di tango, in un viaggio tra venti caldi del sud che profumano di Mediterraneo e i cieli grigi del Nord Europa.

Nei guappi c’è poco della commedia “’O guapp ‘e carton” di Raffaele Viviani, se non un’ironica e provocatoria guapperia che cerca di dissacrare l’immagine classica dell’italiano all’estero: vestito classico da guappo e borsalino, aria spavalda, un buon bicchiere di vino e tanta voglia di suonare e incontrare gente.

Ci sono tutti gli ingredienti giusti per portare avanti un progetto musicale e di vita in completa autonomia: autoproduzione dei dischi, ricerca delle date e tour in furgone, senza alcuna etichetta alle spalle. In un Paese che li ha accolti come figli, la Francia, dove vivono di musica e da professionisti. Peccato che l’Italia, ancora una volta, non si mostri in grado di tenere con sé i suoi talenti e di promuoverli nel modo giusto.

 

Sito web: http://www.guappecarto.com

Spotify: https://play.spotify.com/album/2OpEcC5z7FW5PTCySadlow

LUISA FERRARA

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